Chat del gioco di ruolo - GdR play by chat online ambientato in un mondo fantasy suddiviso in varie aree chiamate villaggi
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La zingara e l'emerito abate

Chat gitana

Zaffiro -
[Molo->Locanda]scivola quasi come Ombra tra la folla di marinai e lavoratori che affollano il Molo e l'area circostante. Lo sguardo di un Blu feroce si
apre sulla moltitudine, a tratti conservando immagini di volti particolari, mentre si avvicina alla Locanda, in apparenza senza far caso al fatto che sembri
meta ambita. Si muove aghile e aggraziata come un gatto, mentre i bracciali e le cavigliere che porta accompagnano il suo passo con dolci melodie tintinnanti.

9/03/2006 15:17
Emerito Abate
Ramsay -
[Maschera] <<il passo blando e costante, lo portaa colmare quell'ultimo tratto che dall'entrata lo separa. Alla vista non tarda a balzare l'inegna con sù
scritto "KALEIDOS". Il via vai non sembra trovar sosta, e senza indugiare oltre, si propingua ad attraversare l'ingresso, guadagnando l'interno della Taverna>>
Sia Sempre Gloria all'Unico! <<esordisce pacatamente, senza curarsi d'occultare il saluto devoto al Senza Nome>>

Zaffiro -
[Locanda]sfiora la porta con le dita, quasi a saggiarne la consistenza, prima di spingerla quel tanto che serve per entrare. Fa il suo ingresso quindi la
giovane Gitana, richiudendo la porta alle proprie spalle con un tocco del tallone. Si guarda intorno, gli occhi di quel Blu intenso di cui porta il nome,
e piega apena le labbra in un sorriso. "Vurdòn" saluta con garbo, la voce è bassa, roca e morbida quasi carezzevole. Si dirige verso un tavolino in penombra.

Ramsay -
[Maschera] L'iridi gluache spaziano silenziosamente ad ispezionare la Locanda, minuziosamente. Non desta ancora troppa attenzione agli astanti, eccezzion
fatta per Pietra Nera, al quale rivolge un cenno del capo, deducendo dalle parole di questo che sia il Locandiere. La Nera Gemma, incastonata nella sommità
del Bastone, appare come una semplice pietra levigata, celando il potere magico di cui è intrisa.

Zaffiro -
[Locanda]<scosta una sedia dal tavolo, ed estrae da una delle tante tasche della veste un mazzo di carte consumato dal tempo> Tempo di giochi...<mormora,
a malapena udibile mentre fissa Ramsay poco distante. Movimeti del polso mentre mischia le carte spargono tintinnio metallico dei bracciali nell'ambiente>
Uno sguardo sul Futuro, uno sguaro nel Passato, uno sguardo delle Carte vi sarà cantato...<mormora quasi cantilenando morbida e suadente. Il viso delicato
della Gitana ne rivela la giovane età, a stridere con quegli Occhi Blu che sembrano aver vissuto mille vite>

Ramsay -
[Maschera] <<riecheggiano ancora, mestamente, la cantilena e la melodia della notte appena trascorsa, affiorando come incubi che vogliano avvelenare la
sua già instabile sanità mentale, accecata dal potere della Maschera e dall'ossessione e cieca fedeltà nel Suo Dio.>> Uhm..<<spezza quel silenzio che prima
aleggiava ad avvolgerlo, notando lo sguardo di Zaffiro su di sè. Lo sostiene, studiandone l'abbigliamento ed il fare.>> Desideri? <<sbotta pacato all'indirizzo
della Gitana, mal sopportando di rientrare così al centro di attenzioni d'una sconosiuta>>

Zaffiro -
]Taverna]<piega appena le labbra in un sorriso, sostenendo lo sguardo di Ramsay. Gli occhi Blu sembrano poter veder oltre la maschera> Non io. Ma tu desideri...<replica
la Gitana, tranquilla> Desideri sapere , desideri capire...o forse desideri Giocare ancora con i Bambini? <aggiunge, continuando a mischiare le carte.
Tintinnano i bracciali che ne adornano i polsi, continuamente>

Ramsay -
[Maschera] <<dal volto di porcellana l'emozioni vengono come annientate, rendendolo impassibile al mondo esterno. Eppure, quelle parole non passano senza
che in lui, umanamente, la curiosità si faccia strada nel vorticar di pensieri che in quel frangente s'annidano nella mente. Si mantiene guardingo, rinsaldando
di riflesso la presa alla Staffa.>> Chi sei? Cosa t'induce a pensare ciò di me? <<stringe le palpebre, e gli occhi si fissano su Zaffiro, quasi a volerla
dilaniare>>

Zaffiro -
[Taverna]<terminato di mischiare le carte ripone il mazzo sul tavolo di legno, senza distogliere lo sguardo da Ramsay> Io sono la Voce, io sono Strumento,
io sono alito del Vento e goccia di pioggia. IO vedo ciò che era e ciò che è, io posso sollevare il velo della nebbia che avvolge ciò che sarà. ..<mormora
la ragazza, la voce morbida e melodica quasi cantilenante, suadente, incantatrice. Il viso delicato di bambina su cui spiaccano occhi antichi e saggi,
di un Blu feroce che si apre sulla pelle dorata dal sole>

Ramsay -
[Maschera] Un'amica di Angelus, deduco. <<quasi certamente convinto, nel riscontrar in Zaffiro lo stesso modo di porsi e di vestire dell'amico Gitano.>>
Avvicinati..<<la invita a seder al suo tavolo.

Zaffiro -
[Taverna]<schiude le labbra in un sorriso, file di denti candidi tra labbra color ciliegia> Si, lui è il mio Angelo...<afferma con una semplicità disarmante.
Annuisce poi e si alza con leggerezza, muovendosi tra i tavoli per raggiungere Ramsay, con la stessa grazia del gatto che sguscia tra le gambe dei presenti,
forse in cerca di cibo>

Ramsay -
[Maschera] Trovero certamente un mio Sacerdote ad accoglierlo. <<lo segue per un effimero momento con lo sguardo, ma l'attenzione è ancora tutta su Zaffiro.
Schiocca la lingua sul palato, prendendo poi verbo.>> Il tuo nome? <<senz'apparente motivo, ticchetta la Staffa un paio di volte nella pavimentazione.>>

Zaffiro -
[Taverna]Zaffiro il mio nome, Signore dell'Eterno Dolore <risponde la fanciulla, fermandosi davanti al tavolo di Ramsay. Lo scruta senza timore, senza pudori.
E' una sfaciataggine infantile priva di malizia alcuna> Nulla ho di cui temere, solo posso fornire risposte, laddove domande vengon celate...<afferma,
piegando appena il capo mentre osserva la Staffa che ticchetta a terra. Un rapido movimento del polso, un tintinnio deciso dei bracciali, ed il mazzo dei
Tarocchi vien posato innanzi all'Abate.> C'è chi Gioca tra cielo e Terra...c'è chi gioca a Fare la Guerra...<sussurra la ragazza, ma gli occhi Blu, pur
essendo ancora diretti su Ramsay, non sembrano vederlo, adesso>

Ramsay -
[Maschera] <<getta uno sgaurdo alle carte che sul tavolo vengono disposte, ascoltando con attenzione ogni sillaba da Zaffiro elargita. Pondera, portando
la mancina a posarsi delicatamente sul ligneo tavolo.>> Sembra tu sappia più di quanto la tua età non dimostri. Cosa sai dei fanciulli? <<il tono piatto
e melioso, un sussurro, volendo che solo Zaffiro posa captar le sue parole.>>

Zaffiro -
[Taverna]Sono nata in una notte di Plenilunio, portando con me la conoscenza di mille altre vite...<sussurra la ragazza, mentre distende sul tavolo le Carte
innanzi a Ramsay> Scegliete tre Carte e chiamatele Forte. <suggerisce poi, tornando a guardarlo. E subito dopo si sporge appena verso di lui, sussurrando,
con fare complice> I Fanciulli giocano con la Morte...<si ritrae, ed afferma ad alta voce> Non dire Gatto, se non l'hai nel sacco.

Ramsay -
[Maschera] <<ancora diffida delle parole della Gitana. Non guarda le carte, ma permane a fissarla.>> E qualora scegliessi tre carte? <<il capo s'inclina
un poco di lato, smuovendo i lembi del cappuccio>>

Zaffiro -
[Taverna]Potresti trovare una risposta alla tua domanda....<replica la Ragazza, tranquilla> Tu hai una domanda? <domanda di nuovo, fissandolo con gli occhi
Blu, così intensamente che sembran vedere oltre la maschera>

Ramsay -
[Maschera] <<non teme la ragazza, considerandola una ciarlatana, eppure tanta è la sicurezza ch'elle sembra possedere, carismatica.>> Una per ogni carta
se è questo che intendi. Ma non ora e non qui. <<getta sguardi furtivi attorno a sè, facendo scemare nuovamente l'inflessione nel tono vocale.>> Voglio
che ci sia anche il favore del mio Dio, e certo non mi è concesso appieno in Terre Eretiche. <<puntualizza, con uan velata asprezza>> Sarai mia ospite
all'Abbazia. Tu ed Angelus se vorrà. Gli eventi richiedono risposte e vedremo se realmente voi Gitani siete dotati di tali...poteri. <<conclude, quasi
volesse essere una provocazione, d'innocente natura>

Ramsay -
[Maschera] Null'altro aggiunge, conscio che Zaffiro abbia recepito l'invito. S'alza, congedandosi con un cenno del capo, e senza rivolger saluto a nessuno,
s'allontana dal loco, in un effluvio di nera stoffa.

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