Chat del gioco di ruolo - GdR play by chat online ambientato in un mondo fantasy suddiviso in varie aree chiamate villaggi
IN PRIMO PIANO

Abbazia, spiriti e follia. Cala il sipario

9/07/06 00:30
FATO: L'Abazia giace silente avvolta nelle obre di questa fresca sera. Buia e vuota, pare esser solo le spoglie della maestosità e l'importanza che aveva prima di quel terribile giorno. Nessuna luce, nessuna torcia illumina l'oscurità dell'Abazia, nessuno di guardia ai cancelli sbarrati. Ma una figura si aggira silente per i suoi corridoi, qualcuno che è tornato per ripercorrere i suoi passi, per ritrovare quei luoghi in cui per tanto aveva vissuto. La figura risale le nere scale e lenta e silenziosa come un'ombra giunge al corridoio del secondo piano.

21:37
Kraven -
<L'Argodadh Embrionale, materializzatosi all'Interno dell'Abbazia, nelle sembianze dell'Emerito Abate, or si appresta a salire le scale che conducono al secondo piano. Una lunga tunica nera avvolge il di lui corpo, mentre un Ampio cappuccio, del medesimo colore della tunica, Occulta completamente, visto il tetro buio dell'Abbazia, il volto visibilmente trasfiguarato. Nella destrosa, mantiene ancora una volta la Staffa Sacerdotale, Infimo oggetto religioso che un tempo gli diede molto potere e prestigio, mentre la mancina mano, va a sfiorare il gelido muro adiacente> L'Abbazzia...la mia dimora <il tono è flebile, un sussurro, mentre nell'animo è in tumulto. Un misto di reazioni, che lo inducono ad intristirsi, quasi a soffrire nel vedere tale desolazione> Ma perchè non c'è nessuno? <ancor borbotta> Dove sono andati a finire i miei seguaci, i seguaci del Senza Nome <intanto, giunto al secondo piano, lo sguardo saetta veloce infondo al corridoio, verso la porta della sua stanza privata>

FATO:Allo sguardo dell'Emerito Abate si presenta così il corridoio del secondo piano che ora pare più oscuro e più lungo di sempre. La sulla sua stanza va ora a posarsi lo sguardo dell'Emerito che può vedere la porta aperta e il buio più totale oltre a questo, un nero talmente oscure che pare un muro. Una lieve soffio d'aria fresca proviene dalla stanza dell'Emerito, un soffio che va ad accarezzare per un attimo il folle per poi sfuggire come se mai fosse passato. Qualcos'altro proviene dalla camera, un'ombra, una sensazione di oscura malvagità soffia sulle vesti e sul viso dell'Emerito.

21:51
Kraven -
<Lenti i passi che lo inducono a percorrere il corridoio del secondo piano dell'Abbazia, mentre la mancina, libera da ogni costrizione, continua a scivolare nella ruvida parete, quasi a cibarsi di quel tocco, come se in quel gesto sentisse nuovamente sua quella dimora. Ad ogni passo i rintocchi della Staffa Sacerdotale in terra, sembrano rimbombare in quel surreale silenzio. L'Udito si aguzza, per quello che può concernere ad un comune mortale, per cercar di sentire se qualcuno è ancora presente. Ma il tentativo sembra vano. Gli occhi, a causa del buio, si assottigliano per cercar di scorgere al meglio il corridoio, mentre il passo rallenta maggiormente al fine di non incappare in qualche rovinosa caduta. Sembra non far caso al soffio del vento, quasi fosse entrato in uno stato mistico, per gustare ancora una volta quel macabro, quanto godurioso loco che lo ha accolto per molto tempo. Ma all'improvvisa ed inaspettata Ombra di colpo il passo si arresta, mentre le iridi si spalancano> Chi c'è <si guarda, frenetico, intorno> Chi osa entrare nella Mia <rimarca l'ultima parola> Dimora? <il tono si alza, divenendo quasi un urlo isterico, andando, per qualche attimo a sostituire quella sensazione di tristezza che prima lo pervadeva. Quasi come se volesse ancora preservare l'Abbazia, sentendola ancora sua>

FATO:Nessun rumore, sono il riecheggiare delle stesse parole dell'Emerito in tutta l'Abazia, che lente svaniscono mischiandosi al nulla che ormai vive in essa. L'Ombra sembra rifuggire verso la stanza, ma l'Emerito può sentire ancora la sua presenza che codarda si nasconde nel buio. Forse l'Abazia stessa vuole giocare con il suo abitante, o forse è la follia dell'uomo che ancora una volta lo porta a tradire la realtà, o forse, all'interno di quel denso nero, si nasconde davvero un'Ombra di odio e malvagità.

22:04
Kraven -
Chi diavolo c'è nella mia Abbazia <ripete nuovamente mentre il tono si alza ancor di più, divenendo in tutti i sensi un urlo isterico, un condenso di follia. Il viso, mangiato dal tempo e trasfigurato, s'arrossisce, mentre le venature del collo s'ingrossano. Quella sensazione di pura malvagità non cessa, anzi, rimane la medesima, che in qualche modo sembra destargli curiosità e piacere. Infondo si sa, Il folle ha sempre amato le azioni più trucide e orribili. Questo netto contrasto fra preservazione dell'Abbazia, ma nel contempo incuriosito e bramoso di sapere, lo fanno scattare in un eccesso di follia, già duplicata da quanto divenne un Argodadh Embrionale. Torma ad incedere, a passo incitato, verso la sua camera. Sembra non badare nello stare attento a non inciampare. Le nere iridi, fredde, spente, prive di vita alcuna, molto simili a quelle di un morto, son fissi verso il suo Obiettivo primario: La sua Stanza. L'ira sembra scemare, lasciando spazio ad un insano sorrisetto, un misto fra insanietà e follia> Vieni quì bella, fammi vedere chi sei, fatti conoscere, fammi sapere <parole all'apparenza insensate, ma che preservano un infimo significato>

FATO:Man mano che l'Emerito si avvicina alla stanza quell'assurda sensazione di malvagità aumenta, lenta si mischia alla follia dell'Uomo. Dall'interno della stanza pare provenire una voce, una voce conosciuta, la voce di Kamira! Alle orecchie dell'Emerito giungon distinte le parole della piccola, miste a un pianto nervoso "NO, non è vero smettila! Lui legge solo dell'Unico, smettila! Ora Kamira te lo dimostra!" La voce avvolge l'Uomo, gli gira intorno, gli entra in testa, si mischia alla sua follia. E poi sparisce, solo il silenzio e quell'Oscura sensazione permangono. Ora l'Emerito a pochi metri dalla porta aperta viene completamente abbracciato da quell'Ombra di malvagità, ma nulla oltre al muro nero può scorgere.

22:26
Kraven
-
<nell'Udir la Voce di Kamira gli occhi tornano a Sbarrarsi> Cosa? Kamira? Ma...era con me <e nuovamente stupore coglie il Fu Emerito Abate> Kamira, Kamira, Kamira <ogni volta che nomina la voce della discepola prediletta, il tono si alza, mentre ancor il passo aumenta divenendo quasi una corsa, per quanto, un'Anziano uomo, potrebbe muoversi. Gesti goffi, segno delle sue costrizioni per l'età avanzata. Ma allo sparire della voce la mancina si porta alla tempia> No <urla, nuovamente> Torna piccola, ti perdono, maledetta che non sei altro, non mi hai obbedito <I muscoli del volto s'indurisco. Parole contraddittorie. Di lucido e sincero affetto mesciato a rabbia rabbia, ripensando a quello che è successo la dannata sera, andando ad affollare la di lui mente ormai immersa nell'Insanietà più pura. Giunto dinanzi la stanza il passo si arresta di colpo, proiettando velocemente lo sguardo all'interna di essa> Kamira <ancor ripete, mentre si guarda intorno> Tu <sicuramente rivolgendosi a quell'essenza che ancor persiste nella sua pelle> Cosa gli hai fatto, cosa succede, dove sei, palesati, perchè, non a lei, maledetta, vieni da me <parole su parole si susseguono, senza un minimo di filo logico. La frenesia, entrata perfettamente in simbiosi con l'Insanietà mentale dell'Uomo fa scaturire il lui tale reazioni. Avvenimenti vissuti in quella Tetra Abbazia, avvenimenti strani ancor stà vivendo, come se quel loco ormai fosse stregato, impregnato perennementte da malvagità>

FATO:All'ingresso dell'Emerito ben poco si scorge della stanza, sempre attentamente oscurata per suo stesso volere, ma una forte folata alza la nera tendina, strappandola e scoprendo la sottile finestra. Come un lampo la luce della luna illumina la macabra scena, dritto davanti all'Emerito a 1 metro da lui, la sua stessa testa lo fissa priva di vita o di vera espressione, praticamente del tutto putrefatta immobile da quel macabro giorno ora si mostra d'innanzi alla sua stessa anima. Il pavimento striato da due rosse strisce di sangue incrostato che si interrompono di netto giusto ai piedi dell'Emerito. Ai piedi del letto la staffa sacerdotale, quel caro e potente oggetto giace ora sul terreno coperto dalla polvere, a proclamare ancora la caduta dei Sacerdoti vi è la gemma della staffa, rotta, in frantumi, priva ora di ogni valore. Tutto pare immobile, come un quadro che urla la fine dei Sacerdoti, tutto coperto da un sottile strato di polvere, tutto avvolto da un'Ombra maligna.

22:43
Kraven
-
<E quello che gli si palesa dinanzi è puro sgomento quando la tendina si strappa e la luce lunare illumina quel tanto che basta la stanza. Rimane immobile, quasi a studiare minuziosamente quel macabro Quadro. Lo sguardo si posa sul suo capo, decapitato. Un passo verso esso, per poi chinarsi ed afferrarlo. Non una parola esprime, lo sguardo affannato per la corsa, evidenziato dalla fronte che s'imperla di sudore. 1,2,3,....20,30 secondi a fissare ancora il suo capo ormai nello stadio finale di putrefazione, mentre le narici s'increspano per la puzza che emana. Lo sguardo torna sul terreno, a seguire le due strisce. Sguardo che però si blocca sulla staffa sacerdotale. Nel vedere la gemma andata in frantumi, capisce che il Sacro Ordine dei Sacerdoti del Senza Nome è sparito. Subito il pensiero dell'Anziano Uomo si proietta ai cancelli aperti e al surreale silenzio. Di colpo, senza alcun preavviso alcuno, sicuramente per il forte stress per ciò che è appena venuto a conoscenza, le gambe cedono, facendo cadere in ginocchio l'Anziano Uomo, mentre le mani lasciano il suo stesso capo putrefatto, facendolo rotolare nel pavimento> No,no....non può essere. NON PUO' ESSERE <urla nuovamente, le corde vocali si strozzano in quel tono straziato> I Sacerdoti, finiti. Il Senza Nome ha rotto la gemma. Sono scomparsi. No, non può essere, NOO <e nell'animo sembra preprotente entrare nuovamente la tristezza, ma specialmente il dolore. Il Dolore di aver costatato che l'Ordine di cui era Voce Terrena è sparito, il Dolore dell'Abbandono del Senza Nome. Or quell'Ombra maligna sembra infastidirlo, non è più curioso, ma gli scaturisce nervosismo, ira> Sei stato tu? E' colpa Tua? VOGLIO SAPERE <da, d'istinto, un pugno sul terreno, ancora in ginocchio, ormai preda della Follia, cercando una giustificazione a tutto ciò, mentre alcune lacrime, infima manifestazione del dolore che stà provando, solcano per la seconda volta, quel viso. Strazio, sofferenda, dolore, ira, rabbia, vendetta. Queste le emozioni che prove, tutte in una volta>

FATO:Che sia l'Ombra malvagia, che sia l'Oscurità dell'Abazia o che sia solo la follia dell'Emerito, ora sul fondo della stanza, dove la luce lunare non riesce a illuminare del tutto, appare in terra una figura. E' Kamira che si dimena mentre quel libro, quell'essere, gli copre il volto conficcandole gli artigli nel cranio. Le mani si dimenano senza riuscir a far alzare la piccola da terra. Mentre questa macabra scena si inchina d'innanzi all'Emerito, la voce della piccola torna ad avvolgerlo senza provenire da una direzione precisa. "Kamira l'aveva fatto per te. Kamira non voleva che la gente offendesse. I conigli del popolo parlavano e Kamira voleva sapere." Dolce la voce, mista a un pianto trattenuto. Anche questa volta la voce dopo aver avvolto del tutto l'uomo sparisce. Non appena però lo sguardo dell'Emerito riconosce quella scena, la figura svanisce mischiandosi lenta con le ombre mentre ancora le braccia si dimenano.

22:57
Kraven
-
<lo Sguardo or viene attirato dalla presenza di Kamira. Ancor non si rialza, non ne ha le forze, mentre ancora lacrime solcano quel viso trucidato dalla sua stessa follia. Immagini già vissute, immagini impresse nella di lui mente, ancor visibilmente attaccata al mondo terreno. Ma nel sentire quella voce sbotta, irato ma nel contempo dolorante nell'animo, rattristito> NO. Ti avevo detto di non toccarlo, di non entrare. E mi hai disobbedito. Guarda cos'è successo, GUARDA <sembra parlare direttamente con la voce che gli rimbomba in testa> Il popolo parlava, ma non doveva sapere, non doveva sapere <il tono si abbassa, liberandosi in un pianto insostenuto. Altri due pugni sul terreno, come a liberare quell'Ira che alberga in lui>

FATO:Ora nella stanza sembra entrare una folata d'aria buona, insieme all'Ombra malvagia ora sembra esserci uno Spirito di Bontà. Ancora una volta la voce di Kamira irrompe "Basta lascialo in pace! Smettila di torturarlo, vattene!" una strana cosa si forma ora d'innanzi al volto di Kraven, una specie di mano quasi trasparente, che ora va delicata a raccogliere le lacrime sul volto dell'Emerito. Una sorta di calda tranquillità accarezza l'uomo. Poi la mano plasmatica si dissolve nuovamente per esser sostituita dalla voce di Kamira "Mi dispiace, ma questo è stato il volere dell'Unico. Forse ci ha trovato una nuova strada, ma dobbiamo aver pazienza di trovarla." L'Ombra malvagia sembra esser svanita, ora tutta la stanza è piena di quello spirito di bontà e armonia.

23:14
Kraven
-
<Ancora strane vibrazioni percorrono quel corpo umano, corpo che ormai vien sfruttato Dall'Argodadh Embrionale per rivivere alcuni momenti, luoghi, a lui cari. Ma quell'Aria non ha nulla di Maligno, anzi, sembra rasserenare l'animo turbolento del folle uomo. Bontà ed armonia evidenziate dalla voce di Kamira che nuovamente s'intrufola nel suo udito, nella sua testa, quasi a plasmarla al suo volere. Il pianto pian piano va scemando, lasciando alcuni strascichi che si manifestano in singhiozzi> Si, hai ragione piccola <le labbra, visibilmente piene di cicatrici, si piegano in un sincero sorriso> Forse il Senza Nome ha tracciato per noi nuove strade. <nel sentire l'allontanarsi del tocco della mano, torna a rialzarsi, facendo leva prima nelle braccia, e poi nelle gambe> Infondo, ormai siamo eterni. Questi sono solo inutili ricordi. Certo, fanno male, ma rimane pur sempre passato. Or si deve vivere il momento, proiettandosi nel futuro <ancora parole, all'apparenza insensate, che, però, una volta espresse sembrano incentivare l'Argodadh Embrionale a scacciare quei ricordi terreni, quegli affetti, e tutto ciò che lo legava alla dimensione terrena>

FATO:La mano trasparente va nuovamente a plasmarsi sta volta per andare a tenere la mano dell'Emerito. Una piccola mano mormida trasparente che attraverso quella stretta dona una sensazione di totale pace all'Emerito. La voce di Kamira e leggera, soffice e dolce "L'Unico ti salverà, questa frase ha accompagnato Kamira fin qui, e porterà noi due ovunque l'Unico lo vorrà." una piccola pausa, pare di udire un respiro "Ora segui Kamira, lascia sfuocare dalla mente ogni pensiero, lascia che questa stanza diventi solo uno sfondo. Concentrati solo sulla tua anima." la mano plasmatica continua a stringere quella di carne dell'Emerito.

23:29
Kraven
-
<la destrosa va ad afferrare quella mano che tanto ha sostenuto in vita, e sentendola nuovamente, sembra ancora una volta ammansire l'animo dell'Argodadh Embrionale, facendolo sentire in uno strano stato di pace> Si piccola, tutto ciò è solo passato <ancor ripete> l'importante è averti quì, sempre al mio fianco <Si limita ad annuire alle istruzioni di Kamira, socchiudendo gli occhi con l'intento di scacciar tutti quei pensieri, ricordi, affetti che lo riportano alla vita terrena. La destrosa stringe con più vigore la mano trasparente, quasi volesse trarre sostegno da essa, per riuscire perfettamente nell'intento di CONCENTRARSI nella sua anima, nella sua eterna essenza>

FATO:Lentamente i sensi di Kraven sembrano addormentarsi, le sensazioni esterne appaiono sempre più sfuocate e lontane, l'aria, il pavimento, la stanza tutto va lentamente ad appannarsi. Solo la piccola mano rimane tra le sensazioni di Kraven, salda alla mano ancora umana di questo gli trasmette tutta la pace di cui l'uomo ha bisogno per concentrarsi.

23:42
Kraven
-
La concentrazione sembra andare a buon fine. L'Argodadh Embrionale si estranea completamente dal mondo circostante, mentre lentamente, il corpo dell'Anziano Uomo vien rilasciato, divenendo un essere trasparente, assumendo la sua vera forma Naturale. Non molto differente da quand'era in vita, l'unica differenza sono le cicatrici e le ustioni che si sono estese a dismisura nel suo volto, straformandolo completamente, mentre l'orbita destra è vuota, priva dell'occhio che prima ubicava in essa. Le rughe della vecchiaia son scomparse, ed il corpo assume una forma giovanile, che, però, non risalta la muscolatura. Intando la destrosa mano continua a tenere salda quella di Kamira che gli iuncentiva l'animo riempendolo di tranquillità e sicurezza.

FATO:Il silenzio non è più un angosciante sottolineatura alla parola fine, il silenzio ora è una morbida carezza sul viso di Kraven. Solo sotto forma di un leggero bisbiglio ora la dolce piccola voce di Kamira giunge alle orecchie di Kraven "Vieni, continua per questa strada"

23:52
Kraven -
Le parole di Kamira sembrano cullare l'Anima dell'Embrione, come solo una madre potrebbe fare con il suo neonato. Parole dolci, rassicuranti. Intanto La forma naturale sembra assumere una maggiore trasparenza, divenendo quasi invisibile agliocchi dei comuni mortali. Nell'Animo dell'Argodadh un senso di pace sembra averlo abbracciato, accolto, non distaccando mai la mano di Kamira.

FATO:Ora la trasparenza del corpo di Kraven ha raggiunto lo stesso stato plasmatico della piccola mano. Lentamente entrambi divengono sempre più trasparenti. Il mondo terreno, le carni umane, i ricordi, l'Abazia. Tutto lentamente diviene uno sfondo opaco, dove i colori si mischiano alle obre, i ricordi si mischiano ai sentimenti, e la vita si mischia alla morte.

23:58
Kraven -
Piano piano l'Essenza dell'Argodadh Embrionale sparisce dalla camera dell'Emerito Abate dell'Abbazia, diretto chissà in quale loco, chissà in quale dimensione. Le parole, ed il tocco di Kamira gli hanno permesso di trapassare quell'ostacolo dei ricordi terreni, che tanto gli dilaniavano l'animo, rattristandolo e facendolo soffrire.

FATO:E così lentamente come un soffio di vento leggero, sia Kraven che la piccola mano svaniscono, passando a una dimensione in cui nessuno li potrà scorgere e nessun ricordo li potrà turbare. E ora come se il sipario si chiudesse la luna viene velata da una nuvola, le ombre riprendono possesso della stanza dell'Emerito, ove ora risiede solo più il male e la follia. La testa lasciata ora accanto alla Staffa Sacerdotale rotta. Il silenzio torna a riecheggiare nell'Abazia, il nulla torna a fare da padrone in questa notte folle di ombre silenti.

TORNA ALL'ARCHIVIO DELLE CHAT

TORNA IN ALTO PAGINA

©-2004-2007 megghy.com-Tutti i diritti sono riservati